Antonio Gianfreda: storia di un eterno ragazzo

Quella di Antonio Gianfreda è una storia che fonda le sue radici nella vita del suo bisnonno Giovanni, il quale diede inizio all’attività di famiglia col suo “palamientu”, il più grande nel suo piccolo paese, Torricella, nel cuore del territorio del Primitivo di Manduria.

La stessa proseguì poi con suo figlio Costantino, nonno di Antonio, che affiancò il padre nell’attività quando, negli anni ‘20, dovettero affrontare un momento particolare della storia viticola pugliese: i vigneti furono infatti distrutti dalla fillossera. Tutte le risorse e le energie vennero così dedicate alla piantagione di nuove vigne – che presero il posto dei vecchi alberi di fico e di mandorlo – e alla produzione di vini che all’epoca erano destinati soprattutto a cantine del Nord Italia.

Cosimo, nipote di Giovanni e padre di Antonio, continuò con grande determinazione la tradizione di famiglia, incrementando la produzione e strutturandone l’organizzazione, fino a costruire la prima vera cantina meccanizzata alla fine degli anni Settanta: fu grazie a lui che Antonio mosse i suoi primi passi nel mondo del vino e in seguito dell’enologia.

La storia recente vede protagonista Antonio, sintesi dei saperi delle generazioni precedenti coniugata alle conoscenze tecniche acquisite durante i suoi studi presso l’Istituto Superiore di Enologia G.B. Cerletti di Conegliano Veneto, precisamente dal ’72 al ‘78.

Partì da Torricella, un paesino di appena 3800 abitanti, a soli 14 anni, in un momento storico in cui il divario Nord-Sud Italia era nettamente evidente: quell’esperienza, all’inizio così difficile da affrontare e a tratti dolorosa, fu la linfa della crescita personale e professionale di Antonio, proprio negli anni in cui un ragazzo si forma.

Trascorse parte dei 6 anni di studio nel Convitto della Scuola, con le sue regole rigide ma anche con le sue occasioni di condivisione con gli altri ragazzi, diversi per certi versi da lui ma a tratti simili e sempre più vicini: Antonio conserva ancora oggi grandi amicizie con uomini e donne conosciuti fra quei banchi di scuola e non solo. Tanto che, finiti gli studi, fu estremamente combattuto nel dover lasciare quel luogo per ritornare alla sua terra natia, con lo scopo di aiutare il padre e portare avanti l’attività di famiglia.

Infatti, dopo un’esperienza di 18 anni come Direttore della Cantina Sociale di Lizzano, Antonio diede nuovo impulso all’attività che fu di Cosimo, ristrutturando ed ampliando la cantina paterna ed incrementando la commercializzazione di vino per il Nord Italia.

Oggi, infine, alla quinta generazione, Dalila ed Emanuela – le sue due figlie – si dedicano con curiosità, creatività ed entusiasmo alla storica attività di famiglia, oltreché alla gestione della Masseria che Antonio acquistò e ristrutturò negli anni ’90, con l’idea di unire un giorno ospitalità e viticultura in una simbiosi perfetta: Dalila cura l’ospitalità in Masseria e gli aspetti commerciali della Cantina, mentre Emanuela, seguendo le orme del padre, si è laureata in Enologia e Viticoltura a San Michele all’Adige ed è oggi l’enologo di Jorche.

Insieme, le due sorelle Gianfreda sono state le prime in famiglia ad imbottigliare i propri vini, valorizzando il proprio brand e il proprio territorio, esportandoli nel mondo con fierezza, amore e rispetto per la propria Terra. E il padre Antonio, pieno d’orgoglio e affetto, continua ad affiancarle in questa nuova avventura che si spera possa condurle lontano e verso grandi successi!

Dalila Gianfreda

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